Rivista

L’Alpe


“L’Alpe” è la prima dimostrazione su carta stampata che le Alpi possono essere la cerniera dell’Europa. La prestigiosa rivista italiana nasce a pochi giorni dall’anno 2000 ed è il frutto della collaborazione transfrontaliera tra l’editore di Ivrea Priuli & Verlucca (Ivrea) e il partner francese Glénat (Grenoble), con l’apporto del Musée Dauphinois. Due riviste sorelle con lo stesso nome e la stessa vocazione nel quadro della nuova Europa che cresce attorno alle montagne. Io sono il direttore di qua delle Alpi, di là c’è Pascal Kober.
 

“L’Alpe” si basa su un raffinato impianto monografico costruito insieme dalle due redazioni. L’autorevolezza è garantita da un comitato scientifico che raccoglie i maggiori studiosi delle varie discipline, dalla storia all’antropologia, dalla geografia all’ecologia. Sugli oltre mille chilometri delle Alpi esistono centinaia di ricercatori che si occupano di montagna, operano decine di musei e di fondazioni culturali, e un gran numero di associazioni si batte per salvaguardare l’ambiente alpino e difenderlo dall’egemonia della cultura urbana, ma resta un grande vuoto da colmare: bisogna unire ciò che è disperso, aiutare gli studiosi a comunicare, gettare un ponte tra le università e le amministrazioni, e soprattutto divulgare il sapere.
Questo è il primo obiettivo della rivista, che unisce l’informazione sull’attualità alpina agli articoli tematici di ampio respiro, con intenti di divulgazione scientifica e carattere monografico. Il primo numero (dicembre 1999) è dedicato alla storia dell’uomo-montanaro, da Ötzi alle Alpi nel terzo millennio.
Dirigo la rivista per dieci anni, fino al dicembre del 2008. Purtroppo la rivista italiana si ferma lì, travolta dalla miopia culturale e dalla crisi economica. “L’Alpe” francese continua a vivere.