Biografia

Ci arrampicammo sulla linea di un confine. Memorie di terra e anticipi di cielo.La notte del Cervino, 2003

Sono nato a Torino nel 1957, ho preso la maturità scientifica al liceo Gobetti in clima post sessantottino e ho frequentato il corso di indirizzo storico alla facoltà di Scienze Politiche.


Ho scalato molto su tutte le Alpi, aprendo una decina di vie nuove e ripetendo circa ottocento itinerari di roccia e ghiaccio. Sono stato membro del Gruppo Alta Montagna e ho insegnato alla Scuola nazionale di Alpinismo Giusto Gervasutti e alla Scuola nazionale di Scialpinismo della Sucai di Torino. A ventun anni ero già il direttore.

Attraverso la passione per l’alpinismo sono approdato al giornalismo di montagna, alternando lo studio con il lavoro di redazione.

Sono stato redattore capo della Rivista della Montagna dal 1977 al 1984.


Incontri con Roberto Mantovani, Gian Piero Motti, Jean-Marc Boivin, Catherine Destivelle e Reinhold Messner



Nel 1985 ho fondato il mensile Alp, che ho diretto per tredici anni.

Dal 1999 al 2008 ho diretto l’edizione italiana della rivista internazionale L’Alpe, nata da un accordo di cooperazione con il Musée Dauphinois di Grenoble.


Dal 1999 collaboro con il quotidiano La Stampa, nelle pagine culturali e in cronaca.

Dal 2008 al 2011 ho diretto il mensile Piemonte Parchi della Regione Piemonte.


Ho scritto migliaia di articoli, commenti, recensioni e saggi sulla storia dell’alpinismo, l’ambiente e le tematiche alpine, collaborando con numerosi giornali quotidiani e periodici tra cui Airone, Il sole 24 ore, La Stampa, Panorama, L’Unità, Meridiani, Specchio, L’Indice, Il Giornale dell’Architettura e Il Manifesto.

In quarant’anni di attività pubblicistica e di ricerca, ho gradualmente allargato i miei interessi dall’alpinismo alla storia delle Alpi e alle problematiche dell’ambiente alpino, in particolare dal punto di vista umano, unendo più discipline e competenze.


Allo stesso tempo mi sono dedicato alla narrativa, pubblicando alcuni racconti e nove romanzi ambientati in diversi periodi storici.

Ho affrontato il problema della museografia alpina contemporanea firmando la progettazione scientifica del Museo delle Alpi (Opera Carlo Alberto), delle Alpi dei Ragazzi (Opera Vittorio) e del Museo delle Frontiere (Opera Ferdinando) al Forte di Bard. Ho curato anche l’ultimo allestimento del Museo della Montagna di Torino (2005).


Ho collaborato alla progettazione e alla realizzazione del’esposizione permanente Montagna in movimento al Forte di Vinadio (Valle Stura, 2007).

Ho diretto e curato l’edizione italiana del Grande Dizionario Enciclopedico delle Alpi (2007).

Sono stato progettista e direttore culturale di Alpi 365 Expo, il rinnovato Salone della Montagna di Torino (2007).

Dal 2009 sono vicepresidente dell’associazione Dislivelli. In particolare nel 2012 ho coordinato il progetto Torino e le Alpi con il sostegno della Compagnia di San Paolo, animando successivamente la rassegna cinematografica e letteraria In cordata (2015-2016).

Nel giugno 2012 ho fondato con un gruppo di torinesi e l’appoggio esterno di Carlo Petrini la rivista Turin, storia e storie della città.


Sempre nel 2012 ho ideato e condotto per la Fondation Grand-Paradis la tre giorni dei “Sentieri creativi” in Valsavarenche, un corso sperimentale di montagna e scrittura.


foto E. Raviola


Nel settembre 2012 ho inaugurato le Camminate Spirituali sui sentieri delle Alpi occidentali, nell’ambito del Festival Torino Spiritualità. L’iniziativa continua ogni autunno.

Nel 2014 ho avviato con l’Associazione Dislivelli la start-up del progetto Sweet Mountains, la grande rete del turismo sostenibile sulle Alpi.


Nel 2015 il progetto è diventato realtà con la messa in rete di 300 operatori Sweet in un sito tradotto in 4 lingue e rivolto al mercato internazionale. Il primo marzo 2019 abbiamo finalmente fondato l’associazione Sweet Mountains, di cui sono presidente.


Nel 2015, dopo l’uscita del libro “Il fuoco e il gelo” da Laterza, ho iniziato un’intensa rassegna di serate e incontri sul tema della Guerra Bianca e della sua dolorosa memoria. In questo contesto ha ricevuto il Premio SAT 2015 con la seguente motivazione:

Scrittore, romanziere, alpinista: l’amore per gli uomini leali e coraggiosi che si incontrano nel vivere e raccontare le storie di montagna, costituisce la ragione e l’argomento delle sue opere e dei suoi ritratti, quali quello dell’abate Gorret e di Guido Rossa; esemplari per non conformismo, coraggio nelle scelte e nelle avventure di vita, rispetto del dovere della sobria coerenza con i fatti; la sua ultima prova, “Fuoco e gelo”, è un libro che parla di guerra sulle Alpi, descrive orrore e bellezza, coraggio e disperazione; ne emerge un affresco di nobiltà e sacrificio, ed insieme un rimpianto accorato per tante vite ed ideali traditi.


Nel 2016 ho pubblicato con Laterza “Alpi ribelli”, un libro che mi assomiglia molto.



In seguito mi sono dedicato all’appassionante ricerca sulla vita di Giusto Gervasutti, uno dei miei miti giovanili. Ne è uscito “Il desiderio di infinito” (Laterza 2017), un libro che umanizza la figura del grande alpinista friulano. Glielo dovevo.

La famosa dülfer di Giusto Gervasutti alla Rocca Sbarua (foto B. Guzzeloni)



Da qualche anno mi dedico sempre di più alla narrativa. Dopo un lungo lavoro sul rapporto tra uomini e ghiacci (“Il grande libro del ghiaccio”, Laterza), scrivo il romanzo “Una coperta di neve” (Gialli Mondadori, 2020). Così riprendo in mano la saga di Nanni Settembrini. Nel 2021 esce il nuovo episodio “La discesa infinita” (Gialli Mondadori). Forse sto diventando uno scrittore.

Tra il 2021 e il 2022, in epoca Covid, mi immergo nella storia di Gary Hemming. Scrivo un romanzo sugli ultimi tre anni dell’iconico scalatore californiano, dal salvataggio del Dru alla morte violenta sul lago Jenny. Più che la storia di un alpinista, è la parabola di un uomo minato dal successo che non ha cercato, come una rockstar troppo fragile e sensibile, e tuttavia magnifico testimone degli anni Sessanta del Novecento.