La collaborazione di Dislivelli al progetto Corpo Link Cluster è nata per ovvie ragioni di competenza: noi conosciamo il territorio e le persone che lo abitano, dunque ci veniva chiesto di fare da guida, per scovare i luoghi più idonei e le realtà più virtuose tra le valli Germanasca, Chisone e Susa. Insomma tanti viaggi, tanti incontri e tante aspettative, come capita quando si tenta qualcosa di nuovo. Presto, però, accompagnando lo splendido staff di Torino Danza, quasi tutto al femminile, mi sono reso conto che stava maturando qualcosa di più inaspettato e profondo, perché le idee degli artisti cominciavano a interagire con l’anima dei luoghi, soprattutto di quelli già toccati da un lavoro ecumenico (Prali, sopra tutti), e dall’insieme di queste geografie e interazioni complesse, e anche un po’ misteriose, si irradiava un nuovo linguaggio sulla montagna. Non era solo far salire la danza e la creatività in quota (cosa già difficile e nobile di per sé), e nemmeno far scendere la montagna in città, era proprio un nuovo modo di pensare e raccontare le alte terre, attraverso le suggestioni ambientali, sportive, storiche e artistiche. Insomma nasceva (ormai è nato, e sta crescendo) uno sguardo sulla montagna assolutamente inedito e contemporaneo, che comprende la danza, ovviamente, ma anche il teatro, la musica, la letteratura e qualunque altra forma espressiva che abbia parole e occhi scevri di retorica. Questo è successo con Corpo Link Cluster, di qua e di là delle Alpi: ora non resta che continuare per quella strada.
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