Museo

Forte di Vinadio: la Montagna in Movimento

La parola chiave di questo museo è “movimento”. Sì, movimento, perché il luogo comune della montagna isolata, chiusa ed emarginata è smentito dalla storia delle Alpi, che hanno visto passare vite e destini diversi, sempre nuovi. Le montagne cuneesi, come le altre montagne, sono state punto di partenza e di arrivo di popoli, idee, arti, mestieri, merci, innovazioni.

Se oggi la montagna è vista spesso come periferia della metropoli, simulacro di un mondo arcaico, in passato molte località alpine erano considerate dei centri propulsivi, luoghi di progetto e di scambio. Anche la relazione città-montagna e montagna-città è sempre stata un fenomeno dinamico, reciproco, in continua mutazione.

Con questa chiave di lettura è possibile rileggere alcuni aspetti della vita alpina, non solo cuneese, superando la prospettiva delle comunità stanziali, ma adottando una visione dinamica, in continua evoluzione sia nel tempo che nello spazio. Non un mondo condannato alla museificazione o all’estinzione, ma, al contrario, un mondo capace di progettare un nuovo futuro.

“Montagna in movimento”, progetto scientifico e testi (con Gianni Aimar, Dionigi Albera, Mario Cordero, Antonio De Rossi; allestimento Studio Azzurro), Forte di Vinadio, luglio 2007.