Pubblicazione

Il coraggio e l’umiltà


Nella vita di una persona 75 anni rappresentano una bella età, il tempo dei bilanci e delle soddisfazioni.
Anche un’associazione escursionistica e alpinistica può giustamente essere fiera di aver raggiunto i tre quarti di secolo, perché quell’età significa aver incrociato numerose generazioni di dirigenti e praticanti più o meno autorevoli, più o meno impegnati, ma sempre accomunati dall’entusiasmo e dallo spirito di gruppo.
Vuol dire aver messo in fila una lunga lista di esperienze, trasmesso insegnamenti e tecniche, rinnovato il valore e la condivisione di una passione collettiva, disseminato una cultura fatta di pensieri e azioni.
Storicamente, come si legge nelle pagine che seguono, gli ultimi 75 anni dell’alpinismo sono stati lunghissimi, nel senso che hanno visto un’infinità di trasformazioni, realizzazioni, creazioni verticali, e speriamo ci sia spazio per altre evoluzioni. Oscillando tra lo spirito dei tradizionalisti e le spinte degli innovatori, simbolizzate dall’uso e dall’abuso del chiodo, l’alpinismo di punta è passato dalla sfida eroica del sesto grado, molto gradita ai regimi politici del tempo, alla gioiosa rinascita del dopoguerra, alla trasgressione degli anni settanta del Novecento, alla specializzazione sportiva degli anni ottanta e novanta, fino all’attuale situazione di complessità multidisciplinare.
I campioni e gli exploit non sono mancati e non mancheranno in futuro, ma non bisogna nutrire complessi di inferiorità verso le avanguardie perché l’alpinismo è una medaglia a due facce: da una parte le luci della ribalta, dall’altra l’impegno sociale delle sezioni, dei gruppi e delle associazioni, che rappresentano il terreno in cui crescono i talenti e maturano le idee. Ogni grande alpinista ha avuto un fratello maggiore che gli ha insegnato ad arrampicare e un gruppo che l’ha accolto, l’ha cresciuto e spinto verso i vertici.
In montagna non contano i gradi di difficoltà, conta la passione.
Ognuno di noi ha dentro il sesto o il decimo grado, basta riuscire a scoprirlo.
E poi, anche se non si diventa dei famosi alpinisti, si può trarre vantaggi infiniti dalla pratica della montagna, soprattutto se si ha il coraggio e l’umiltà di trasmetterli ai giovani.
Questo è il valore di una sezione del Club Alpino, questo è il suo insegnamento.